BORGO DI MONTICELLI

 

Borgo che ha dato il titolo a un’antica chiesa priorale (S. Pietro) con monastero annesso nella parte occidentale di Firenze, piviere della sua cattedrale, Comunità di Legnaja, Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze.


Questo borgo è attraversato dalla Via Pisana, appena un miglio fuori della Porta S. Frediano, alla base del poggio di Mont’Uliveto e del monticello su cui risiede il delizioso boschetto dei Duchi Strozzi, dal quale monticello forse ebbe titolo la sottostante contrada.

 

La chiesa parrocchiale di S. Pietro a Monticelli, situata sul bivio della Via Pisana con quella di Scandicci, fu una prioria della Badia di S. Antimo in Val d’Orcia, confermata a quei cenobiti (I cenobiti - dal latino cenòbium, a sua volta dal greco κοινός, comune, e βίος, vita - sono dei monaci cristiani le cui prime comunità risalgono al IV secolo. Il cenobitismo è una forma comunitaria di monachesimo praticata in monasteri (cenobi) sotto la guida di un'autorità spirituale, secondo una disciplina fissata in regola. Si contrappone alle forme individuali di isolamento monastico. I cenobiti si differenziano dagli eremiti in quanto praticavano una vita comunitaria anziché solitaria. Fondatore del cenobitismo è considerato San Pacomio, monaco egiziano vissuto a cavallo fra III e IV secolo. Il cenobitismo fu diffuso in occidente da San Benedetto da Norcia, dopo l'incontro con l'abate Servando, e su quei principi istituirà l'Ordine di San Benedetto)dai diplomi imperiali di Arrigo III (anno 1051) e di Arrigo V (anno 1106).

 

Molte membrane dell’Arch. Dipl. Fior. rammentano la chiesa di S. Pietro a Monticelli, sia quando fu amministrata dai monaci di S. Antimo, sia dopo che essi la cederono alle monache di S. Barnaba a Torri in Val di Pesa, alcune delle quali pergamene furono pubblicate dal canonico Moreni nelle sue Notizie Istoriche dei contorni di Firenze.

 

All’Articolo MATO (S.) A VINCI citai un istrumento del 25 dicembre 1236 rogato nella Badia di S. Antimo presente fra gli altri il monaco D. Ugone priore di S. Pietro a Monticelli.

 

Anco nell’Arch. de’Canonici del Duomo di Firenze si conserva un istrumento del 15 febbrajo 1250 scritto nella chiesa predetta, dal quale apparisce, che allora era priore di S. Pietro a Monticelli un Guitone figlio d’Alberto Squarciasacchi canonico della cattedrale fiorentina. Quindi è che col titolo di canonica di S. Pietro a Monticelli questa chiesa trovasi registrata nel catalogo del 1299 riportato dal Lami.


Poscia nel 1345, mentre era ves covo di Firenze F. Angiolo Acciajuoli, entrarono nel claustro di S. Pietro a Monticelli le monache di S. Barnaba a Torri in Val di Pesa, dopo però di avere promesso a don Benedetto Tolomei abate di S. Antimo, di abbracciare la riforma di S. Guglielmo e di stare sottoposte nello spirituale all’Abate di quella badia.


Le quali monache non sono da confondersi con altre più antiche di S. Maria a Monticelli dell’ordine Francescano traslocate verso il 1262 dal Card. Ottaviano Ubaldini sul poggio di Colombaja.

 

A quest’ ultime donne recluse in Monticelli lasciò un legato di lire 300 la contessa Beatrice di Capraja con suo testamento del 1278.

 

Comecchè il Vescovo fiorentino prestasse il suo consenso alle monache di S. Pietro a Monticelli, sia per la riforma da esse professata, come per essersi esentate dalla giurisdizione diocesana, per altro il Pontefice Eugenio IV le restituì alla potestà dell’ordinario mediante sua bolla data in Firenze li 13 ottobre 1439; alla qual epoca la parrocchia di S. Pietro in Monticelli venne assegnata al piviere della chiesa maggiore fiorentina.

 

Nello stesso secolo XV e nel susseguente talmente andò aumentando il numero delle recluse di S. Pietro a Monticelli, che l’Arcivescovo Alessandro Marzi-Medici nel 1608 decretò, che quella famiglia religiosa non dovesse eccedere il numero di ottanta.

 

E sì che il detto monastero era stato soggetto a non pochi pericoli e disastri, massimamente verso la fine del secolo XV a cagione del passaggio dell’esercito francese di Carlo VIII.

 

Nel 1785 le monache di S. Pietro a Monticelli furono suddivise fra più monasteri dentro la città per collocare nel claustro medesimo le monache di S. Frediano di Firenze; nella quale occasione quest’ultime donne portarono seco a Monticelli una pregiata pittura in tavola di Lorenzo Lippi rappresentante S. Andrea.

 

Dai libri delle prime recluse di Monticelli passati nel conservatorio di Ripoli a Firenze risulta, di quanto lucro fossero per quelle monache i lavori che esse facevano d’oro e d’argento filato, di seta e di trine; siccome della loro decadenza parla una supplica dalle stesse claustrali diretta nel 1495 alla Signoria di Firenze, nella quale si esponeva, che erano allora bocche 50 in circa; e che vivevano d’elemosine, massime dall’avvenimento dei Francesi in quà, per esser loro mancati gli esercizj di filare e lavorare d’oro e seta.

 

(MORENI, Oper. cit.)

 

In poca distanza da S. Pietro a Monticelli esisteva fino dal 1329 uno spedaletto intitolato a S. Biagio, presso il quale i capitani della compagnia del Bigallo fecero erig ere nel 1562 un’Oratorio con i denari ritratti dall’eredità del celebre scultore Benedetto di Leonardo da Majano, a tenore del suo testamento fatto lì 19 aprile dell’anno 1492.

 

Allo stesso spedale di S. Biagio del Bigallo fuori della porta a S. Friano lasciò due paja di lenzuola della stima di lire 6 ciascun pajo ser Francesco Masi notaro fiorentino con testamento dei 27 ottobre 1361.

 

Questo spedaletto insieme con molti altri per i pellegrini e bianti fu soppresso con la legge del 1751.

 

Alla deliziosa collina del Boschetto degli Strozzi, posta a cavalire del monastero e del borgo di Monticelli, ci richiama per avventura un documento del 12 aprile 1345, col quale l’Abate ed i monaci della Badia a Settimo cederono in enfiteusi a Palla del fu Giacomo Strozzi un bosco denominato Cafaggio nel popolo di S. Pietro a Monticelli.

 

(ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Cestello)

 

Nel borgo di Monticelli nacque da poveri genitori il pittole Alessandro Allori, denominato il Bronzino.

 

Monticelli diede anche il titolo alla soppress a parrocchia di S. Sepolcro a Monticelli, altrimenti detta a Calombaja, riunita alla cura de’SS. Vito e Modesto a Bellosguardo.

 

Nei primi anni del '500 venne realizzato il portico, nel '600 la chiesa fu decorata in stile barocco e nel 1779 divenne parrocchia. In seguito, il monastero fu occupato da suore di vari ordini e dal 1817 dalle Suore Stabilite nella Carità. L'interno ad unica navata è ornato all'altare maggiore da un gruppo in terracotta riferibile al Cieco di Gambassi. Molte opere, fra cui un Crocifisso di scuola giottesca, sono state trasferite altrove. Nel convento rimangono alcuni affreschi del Cinquecento e del Seicento, fra cui un'Ultima Cena nel refettorio.La parrocchia di S. Pietro a Monticelli nel 1833 contava 1181 abitanti.

 

Tratto dal Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana di

Emanuele Repetti, 1776 - 1852

 

Il Teatro estivo Il Boschetto è un'arena estiva per attività teatrali di Firenze.

 

Il Centro Ricreativo Culturale Il Boschetto, con sede negli spazi immediatamente adiacenti all'ingresso monumentale della Villa Strozzi al Boschetto progettato dal Poggi, è stato fondato come libera associazione nel 1947 nell'ambito della parrocchia di San Pietro a Monticelli. Fra le attività volte all'aggregazione sociale in questa importante area dell'Oltrarno, oltre a quelle più tradizionalmente ricreativo-sociali (feste, attività benefiche) o sportive vi sono anche quelle culturali legate al cinema e al teatro.

 

L'attività teatrale, iniziata all'inizio degli anni '80 e legata a una programmazione estiva incentrata su spettacoli di prosa, sia di genere vernacolare e amatoriale che di repertorio classico e di nuove produzioni, è affidata al Centro Teatrale Il Boschetto che ha fra le sue finalità "lo sviluppo e la diffusione della cultura teatrale, particolarmente attraverso produzioni, rappresentazioni, dibattiti, conferenze, pubblicazioni e manifestazioni similari".

 

Lo spazio utilizzato è uno dei pochi esempi di arena estiva per spettacoli teatrali a Firenze: a pianta rettangolare, con poltroncine metalliche in linea e palcoscenico con piano in legno su struttura in tubi innocenti, esso costituiva fino al 2007 un apprezzato appuntamento per la vita culturale estiva del quartiere e non solo. Pur essendo ancora esistente al 2007 non viene più usato.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_estivo_Il_Boschetto

Bandiere e stemmi della Toscana dall’avvento dei Medici in poi