Una volta, quando esistevano i veri valori della vita, i giocattoli non esistevano e i bambini se li dovevano costruire con pochi oggetti e tanta pazienza e abilità. Usavano l'ingegno, la fantasia e cosa molto importante la manualità.

 

Il ragazzino cresceva circondato dall’affetto dei numerosi familiari in quanto in casa abitavano più famiglie, ma anche con la  voglia di essere libero, giocare con gli altri coetanei e partecipare ai giochi adatti alla sua età. Questo poteva avvenire solo quando non c'era scuola o non doveva aiutare gli uomini e le donne nei lavori dei campi o della casa.

 

Liberi dalla scuola potevano correre fra i campi, fare i bagni nei torrenti contenti e felici.


Si divertivano anche con giochi tradizionali come la lippa, i birilli, la trottola, la cavallina, la tana, l’altalena, mosca cieca, i cerchi e infine il carrettino.

 

Il gioco della lippa consisteva nel lanciare un bastoncino corto con le due estremità appuntite detto proiettile e bisognava beccarlo lanciando un altro bastoncino che funzionava da bastone.

 

I birilli  in legno erano sistemati in un quadrato con il un birillo più grande al centro. Bisognava buttarli a terra  e in base a quello che centravi guadagnavi dei punti; il birillo grande valeva di più.

 

Le biglie erano palline di coccio lavorati dai ragazzi e con questi giochi si potevano inventare tanti altri giochi.

 

La trottola era uno strumento in legno tondeggiante, con una punta di ferro ad una estremità ed una scanalatura sulla quale veniva arrotolata una sottile corda che, con uno strappo violento, la faceva girare.

 

L’altalena era il gioco preferito dei ragazzini più grandicelli: si fissavano due robuste corde al ramo di un albero e all’estremità veniva posto un seggiolino. Una volta seduti sopra e data una spinta il bambino “volava”.

 

Tana è come il nostro nascondino: due squadre, i bambini di una si nascondevano e gli altri li dovevano trovare.

 

A mosca cieca si giocava in quattro o cinque ragazzini. Il malcapitato si doveva voltare e coprire con una mano la guancia; gli altri gli davano gli schiaffi e se indovinava chi glielo aveva tirato si liberava.

 

Il carrettino era il vecchio motorino: formato da due assi di legno unite con chiodi e viti su di esso si sdraiava il “pilota”, quattro cuscinetti della stessa misura formavano le ruote, la propulsione era a spinta o a traino di qualche ciclo e i freni erano o i piedi che strisciavano sul terreno o una corda che faceva da ostacolo alle marce del carrettino. Adesso al posto del carrettino ci sono i rombanti motorini complicati mentre allora i ragazzini per divertirsi avevano delle idee originali e geniali e riuscivano ad applicarle con i materiali di scarto o non più uso.

Bandiere e stemmi della Toscana dall’avvento dei Medici in poi