MONASTERO DI SANTA MARIA DI MONTICELLI E LA CAPPELLINA DI SAN FRANCESCO.

 

Al XIII secolo risale la fondazione, a Monticelli, località San Vito, della Chiesa del Santo Sepolcro, in seguito dedicata ai Santi Vito e Modesto, come oggi la conosciamo.

 

Nei pressi della Chiesa fu fondato, da San Francesco, il Monastero delle Clarisse di Santa Maria a Monticelli, che fu il primo dopo quello di Assisi e di cui le Clarisse di Ruffignano sono le eredi, conservandone la memoria e le reliquie - era il 19 maggio 1217.

 

Il 4 ottobre 2008, solennità si San Francesco, alcuni frati si sono recati in pellegrinaggio in uno dei "santuari nascosti" del francescanesimo fiorentino: la cappella di San Francesco a Monticelli. Questa chiesetta agreste, ormai inglobata in una proprietà privata, è memoria di un evento storico importante: la visita di Francesco al monastero delle Clarisse di Monticelli: il primo monastero aperto fuori di Assisi, guidato dalla sorella di Chiara stessa: sant'Agnese di Assisi (Chiara nacque il 16 luglio 1194,  e sua sorella minore Agnese nel 1197 o nel 1198. Erano figlie di Favarone Scifi, Conte di Sasso-Rosso, il ricco rappresentante di un'antica famiglia romana, che possedeva un palazzo ad Assisi, vicino la Cattedrale di San Rufino,  ed un castello sul Monte Subasio, vicino Assisi.  La loro madre, la beata Ortolana, apparteneva alla nobile famiglia Fiumi ed era una donna di grande zelo e devozione religiosa. Sin dai primi anni di vita, Chiara si dedicò alla preghiera ed alla penitenza.   La sua avversione verso il mondo ed il suo desiderio ardente di una vita più spirituale si accrebbero durante l'adolescenza.  Aveva 18 anni quando sentì predicare   Francesco.  Le parole ispirate del Poverello accesero una fiamma nel suo cuore. Lo incontrò segretamente e gli confidò il proprio desiderio di vivere "secondo il Vangelo", implorandolo di aiutarla.  Francesco, che aveva subito riconosciuto un'anima eletta,  destinata da Dio a grandi cose, promise di darle il suo aiuto.

La domenica delle Palme, 18 marzo 1212 Chiara, elegantemente vestita, si recò nella cattedrale per la messa Il vescovo discese i gradini dell'altare e pose un ramoscello nella sua mano. Quella notte, ella fuggì dalla casa di suo padre e raggiunse l'umile cappella della Porziuncola, dove Francesco e i suoi discepoli l'attendevano con fiaccole accese. Chiara si tolse i ricchi abiti, e Francesco, dopo averle tagliato i capelli, le diede una rozza tunica ed uno spesso velo. Sedici giorni dopo Agnese si rifugiò presso lo stesso convento, decisa a seguire la vita di povertà e di penitenza della sorella maggiore,  A questo punto, la rabbia del Conte Favarone non ebbe limiti. Mandò a S.Angelo suo fratello Monaldo, con numerosi parenti e seguaci armati, per costringere in qualunque modo Agnese a ritornare. Monaldo, fuori di sè dalla rabbia, alzò la spada per colpire la ragazza, ma fu temporaneamente paralizzato: il braccio gli ricadde inerte sul fianco; altri trascinarono Agnese per i capelli fuori dal monastero, colpendola e prendendola anche a calci ripetutamente. Chiara accorse subito in suo aiuto, ed improvvisamente il corpo di Agnese diventò così pesante che i cavalieri, avendo tentato invano di portarla via, la lasciarono cadere, mezza morta, in un campo vicino al convento. Sopraffatti da una forza spirituale contro cui nulla poteva la forza fisica, i parenti di Agnese furono obbligati ad arrendersi ed a permetterle di restare con Chiara.   Francesco, felicissimo per l'eroica resistenza di Agnese alle suppliche e alle minacce dei suoi persecutori, le tagliò subito i capelli e le diede l'abito della Povertà. Francesco ottenne "San Damiano" dai benedettini come dimora permanente per le sue figlie spirituali. ra una piccola rozza costruzione adiacente all'umile cappella che egli aveva aiutato a ristrutturare con le sue stesse mani.  Chiara e Agnese furono presto raggiunte dalla loro madre Ortolana e dalla sorella Beatrice, e da numerose altre donne di Assisi.  Così iniziò l'Ordine delle Povere Dame, o Clarisse, come sarebbe stato chiamato il Secondo Ordine di San Francesco. Nel 1215, Chiara, contro la sua volontà, fu nominata badessa del convento ed occupò tale carica per 40 anni, fino alla morte. Nel 1219, le benedettine di Monticelli,  vicino Firenze, chiesero di diventare Clarisse e Francesco nominò Agnese loro badessa. Il Cardinale Ugolino, allora protettore dell'Ordine, scrisse una regola per le Clarisse di Monticelli, basandosi sulla regola di S.Benedetto.  Questa nuova regola toglieva alle Povere Dame la caratteristica francescana dell'assoluta povertà e le rendeva a tutti gli effetti una congregazione di benedettine. Fu approvata da Papa Onorio III (Bull, "Sacrosancta", 9 dicembre 1219). Chiara si rese conto che la nuova regola permetteva di tenere proprietà in comune, per cui oppose una coraggiosa e vittoriosa resistenza contro le innovazioni di Ugolino. 

Francesco aveva vietato alle Povere Dame, così come ai propri frati, di possedere qualunque bene terreno, neanche in comune. Non possedendo nulla, esse dipendevano unicamente da ciò che i Frati Minori potevano elemosinare per loro. Piena di zelo per la diffusione dell'Ordine, Agnese fondò da Monticelli numerosi altri monasteri clariani nel norditalia, inclusi quelli di Mantova, Venezia e Padova, e tutti osservavano fedelmente gli insegnamenti di Francesco e Chiara, dipendendo solo dalle offerte, avendo fede cieca in Dio. Chiara amava i bei sermoni e la musica.  Meditava quotidianamente sulla Passione. Coraggiosa e lieta fino all'ultimo, nonostante le sue lunghe e dolorose infermità,   si faceva sollevare nel letto e riuscì a preparare più di cento corporali per le chiese della piana e delle colline di Assisi.

Verso la fine della sua vita, quand'era troppo malata per assistere alla messa, un'immagine della funzione apparve sul muro della sua cella: per tale motivo è stata proclamata "patrona della televisione". Agnese si distinse nella vita religiosa per l'eccelso grado della sua virtù, tanto che le sue compagne dichiararono che ella aveva scoperta una nuova via verso la perfezione nota soltanto a lei. Come badessa, governò con amorosa gentilezza e sapeva come rendere l'esercizio della virtù luminoso ed attraente per le consorelle. Quando Chiara sentì avvicinarsi il giorno della propria morte, chiamò intorno a sè le consorelle addolorate, ricordando loro i molti benefici che esse avevano ricevuto da Dio ed esortandole a perseverare con fede nell'osservanza della povertà evangelica. Il 11 agosto 1253, la santa fondatrice dell'Ordine delle Povere Dame volò serenamante in cielo. Il 26 settembre 1255, Chiara fu canonizzata da Alessandro IV,  e poco dopo venne iniziata la costruzione della chiesa a lei dedicata. Il 3 ottobre 1260, le spoglie di Chiara furono sepolte a grande profondità nella terra sottostante l'altare maggiore della nuova chiesa, in modo che fosse impossibile raggiungerle.  Dopo esser rimaste nascoste per sei secoli, come i resti di San Francesco, e dopo molte ricerche, la tomba di Chiara fu ritrovata nel 1850.

Finalmente, il 29 settembre 1872, le ossa della santa furono trasferite in pompa magna dall'Arcivescovo Pecci,  divenuto in seguito Leone XIII, nel santuario della cripta di Santa Chiara. re mesi dopo, il 16 novembre dello stesso anno, Agnese seguì la sorella maggiore verso l'eterna ricompensa, come era stato predetto da Chiara.

Sua madre Ortolana e la sorella Beatrice erano già volate in cielo.  Le preziose spoglie di Sant'Agnese riposano vicino a quelle di sua madre e delle sue sorelle nella chiesa di Santa Chiara ad Assisi. Dio, che in vita aveva concesso ad Agnese tante manifestazioni della sua benevolenza,   magnificò la sua tomba con numerosi miracoli.  Agnese fu canonizzata nel 1753 da Benedetto XIV). Tratto da: http://www.firponet.com/Francesco/Servants/ChiaraAgnese/Fran_serv_ChiaraAgnese_ita.htm

 

Qui giunse Francesco, incontrando le sorelle e i fiorentini accorsi ad accoglierlo. Qui, "novello Mosè", fece sgorgare miracolosamente una sorgente, che ancora sgorga con abbondanza nel pozzo all'interno della cappella, per dissetare e sanare le genti del luogo.

 

Il pellegrinare a questo luogo, anche solo attraverso le foto fatte da questi nostri frati, sia occasione per tornare alla fonte di acque salubri e dissetanti che è l'annuncio francescano della salvezza operata da Cristo nella nostra vita.

Bandiere e stemmi della Toscana dall’avvento dei Medici in poi