BORGO DI LEGNAJA nel suburbio occidentale di Firenze.

 

Grossa borgata attraversata dalla strada Regia pisana, dove i documenti del secolo XIV indicano esservi stata una rocca.

 

Essa dà il nome ad una comunità, e a due popoli (S. Quirico e S. Angelo) suburbani della chiesa maggiore di Firenze, situati tra il primo e il terzo miglio a ponente di Firenze, nella Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento della stessa città.

 

Trovasi in una pianura poco distante dalla riva sinistra dell'Arno, fra il borgo di Monticelli e quello di S. Lorenzo al Ponte di Greve, in mezzo a una popolosa e ben coltivata campagna, cui fanno corona dal lato di scirocco a libeccio i colli deliziosi di Bellosguardo, di Monte Oliveto, di Marignolle e di Scandicci, mentre dalla parte di oltr’Arno ha di fronte da settentrione a grecale le popolose colline di Sesto, di Castello, di Careggi e di Fiesole.

 

Io non starò a ripetere le tradizioni di coloro che credettero derivare l'etimologia di Legnaja dalla quantità dei legnami che costà si depositavano, per uso della vicina città; nè rimetterò in campo altre etimologie egualmente vaghe ed incerte, come quella di fare originare il suo nome dalla piantagione del lino (Linaria) sul riflesso che nell'umida pianura di Legnaja si potesse in gran copia coltivare codesta pianta.

 

Dirò solamente che la contrada di Legnaja fino dal secolo XII faceva parte del contado suburbano di Firenze, siccome lo provano diversi istrumenti del monastero di S. Felicita presso il Ponte Vecchio, pubblicati dal Lami (Monum. Eccl. Flor. ); due dei quali sotto il 25 agosto 1136, e 27 novembre 1166 furono celebrati in Lignaria fiorentina Judicaria.

 

Più antica è la memoria della chiesa di S. Quirico a Legnaja, trovandosi essa rammentata in un privilegio San Quirico a Legnaiadell'Imperatore Corrado II del 1038 a favore della badia, cui confermò quidquid tenuit et habui t in loco Lignaria in S. Quirico,etc. Presso la stessa chiesa di S. Quirico a Legnaja fu rogato nel 9 febbrajo 1131 un istrumento appartenuto alla badia de’Cistercensi a Settimo, esistente attualmente nell’Arch. Dipl. Fior.

 

Il padronato della chiesa di S. Quirico a Legnaja nel 1526 era di pertinenza del cardinale Lorenzo Pucci, mentre nel precitato anno fu da lui permutato con quello di S. Matteo a Granajolo dipendente dalla famiglia Frescobaldi.

 

La quale famiglia era signora di terreni, case-torrite e chie se fra l'Arno, la Greve e la Pesa, e nel 1560 teneva al governo della chiesa di S. Quirico in qualità di parroco un Giramonte di Francesco Frescobaldi.

 

Il suddetto fatto induce a credere, che la rinunzia anteriormente fatta (anno 1486) dai Frescobaldi della chiesa di Granajolo a diversi individui della casa Corsini, come fu avvisato all’Articolo GRANAJOLO fosse di corto effetto, mentre i Pucci realmente nel secolo susseguente si trovavano possessori di vasti predii e patroni della chiesa di S. Matteo a Granajolo, siccome lo sono tuttora i Frescobaldi di quella di S. Quirico a Legnaja.

 

I parrochi delle due chiese di Legnaja sono nominati nel congresso del 3 aprile 1286 tenuto nella cattedrale fiorentina per ripartire la tassa imposta al clero di tutta la diocesi.

 

Movimento della popolazione delle due parrocchie di S. ANGELO e di S. QUIRICO a LEGNAJA a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

 

ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici -; numero delle famiglie 120; totalità della popolazione 882.

 

ANNO 1745: Impuberi maschi 218; femmine 170; adulti maschi 231, femmine 313; coniugati dei due sessi 426; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 240; totalità della popolazione 1362.

 

ANNO 1833: Impuberi maschi 332; femmine 354; adulti maschi 312, femmine 324; coniugati dei due sessi 776; ecclesiastici 6; numero delle famiglie 358; totalità della popolazione 2104.

 

Comunità di Legnaja .

 

Il territorio di questa comunità occupa una superficie di 12582 quadrati agrari, dei quali 530 sono presi da corsi di acque e da pubbliche strade.

 

Vi si trovava nel 1833 una popolazione di 8162 abitanti, equivalenti a 544 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.

 

Confina con sei comunità.

 

Dal lato di grecale, mediante il corso dell'Arno, ha di fronte la Comunità del Pellegrino a partire dalla metà del nuovo ponte sospeso sull’Arno, di fronte alle Regie Cascine dell'Isola, sino alla confluenza del torrente Mugnone, dove sottentra, piegando verso settentrione, la comunità di Brozzi, con la quale prosegue il corso dell'Arno fino allo sbocco del fiume Greve.

 

Costà abbandona l'Arno, e voltando faccia da settentrionne a ponente trova la Comunità della Casellina e Torri, con la quale rimonta il corso del fiume Greve sino al di sopra della strada Regia di Pisa; dopo di che oltrepassa lo stesso fiume per entrare nella strada comunitativa che dirigesi verso Mosciano sulla piccola giogaia dei colli della Romola, e lungh'essa innoltrasi sino sul poggio di Spazzavento.

 

In cotesta sommità piegando da ponente a ostro -libeccio entra nella così detta via della Querciola per arrivare sulla provinciale volterrana.

 

Mediante quest'ultima il territorio di Legnaja si tocca dal lato di ostro con quello della Comunità di San Casciano, a cui dopo un breve tragitto sottentra dal lato di levante la Comunità del Galluzzo.

 

Con quest'ultima la nostra di Legnaja fronteggia dal lato orientale per lungo tragitto, prima scendendo dai colli della Romola col torrente Vingone , poscia per varii tronchi di strade comunitative, finchè una di esse la riconduce sul fiume Greve che cavalca sul ponte all’Asse per passare alla destra ripa, e di là varcare la collina delle Campora sino al podere di S. Donato a Scopeto, già distrutto Monastero dei Canonici Regolari Leccetani.

 

A questo punto entra nella via detta del Gazzera , e con essa scende la costa orientale di Colombaia per sboccare nella regia romana presso la porta S. Pier Gattolini.

 

Costà voltando a levante trova la Comunità di Firenze, con la quale l'a ltra di Legnaja percorre lungo la strada Regia intorno alle mura della città sino alla porta San Frediano, e di la proseguendo il corso delle mura sino al greto d'Arno, scende lungo al breve tragitto per dirigersi alla testata del nuovo ponte sospeso cui s ta di fronte la comunità del Pellegrino.

 

Fra i principali corsi di acqua che bagnano il territorio comunitativo di Legnaja, oltre l'Arno che ne lambisce i confini dal lato di grecale e di settentrione, contasi il fiume Greve che in parte rasenta ed in part e attraversa, tagliando quasi in mezzo il territorio di questa Comunità. Rapporto ai torrenti, il Vingone può dirsi il più copioso di tutti gli altri che percorrono cotesto territorio, tributarii del fiume Greve, ovvero dell'Arno.

 

Varie strade rotabili attraversano in molte direzioni il territorio di Legnaja. La principale fra queste è la via regia pisana che passa per la comunità dalla porta San Frediano sino al ponte a Greve. Sono comunitative rotabili quelle di Scandicci, delle Campora, di Bellosguardo ec.

 

La natura fisica del suolo può distinguersi in due terreni di formazione diversa; quello di alluvione che costituisce la pianura, ed il terreno appenninico formato delle solite tre rocce stratiformi; cioè, di calcarea compatta più o meno siliceo-argillosa, di grès antico, ossia di macigno, e di schisto mArnoso.

 

Coteste tre rocce costituiscono quasi generalmente l’ossatura dei poggi che fanno corona dal lato di ostro al Val d’Arno fiorentino.

 

Dissi quasi generalmente, poichè nelle pendici della piccola giogana della Romola, per esempio nei colli di Mosciano, di Scandicci e di Marignolle, trovansi dei banchi di ghiaia più o meno minuta cementati da un calcare carbonato, in guisa che la roccia simula talvolta l’aspetto di un granitello, suscettibile di essere lavorato per usi architettonici.

 

Tale è quella specie di pudinga di colore bigio -nerastro, composta di ghiajottoli di arenaria grossolana e di alberese, in cui si racchiudono molti nummuliti, rotuliti, lenticuliti ed altre specie di conchiglie politalamiche.

 

Di questa sorta di granitello veggonsi attualmente in Firenze colonnini e grandi pioli ben levigati posti davanti all'ingresso di alcuni palazzi.

 

Sopra il testè descritto terreno stratiforme allignano a maraviglia le viti, gli ulivi ed ogni sorta di albero fruttifero.

 

I cereali riescono di ottima qualità tanto in collina come nel terreno che cuopre il piano di Legnaja.

 

Quest'ultimo però è riguardato come uno dei migliori non dirò già per la miglior qualità, sivvero per la quantità degli ortaggi di ogni specie, il cui prodotto costituisce la ricchezza maggiore di cotesta pianura; talchè fu dato anticamente il nome di Verzaia alla porzione più prossima alla città, e perfino dentro alla porta di S. Frediano.

 

Ma non solo dai lavori della terra traggono sostentamento e risorsa gli abitanti della pianura della Comunità di Legnaja, mentre diverse altre industrie vi concorrono.

 

Primeggia fra queste la navigazione dell'Arno da Firenze a Livorno, e viceversa, stante l'importazione ed esportazione dei generi che si fa per navicello da Livorno sino al porto del Pignone di Legnaja, o da Livorno navigando sino a Signa.

 

Oltre di che molta gente è occupata nel trasporto per vettura delle mercanzie scaricate al Pignone, o a Signa, o nella piazza di Firenze, che provengono o che vanno a Livorno.

 

Dondechè l’attiva popolazione Pignonese, popoloso borgo situato lungo la ripa sinistra dell'Arno, trovasi per la maggior parte dedicata al mestiere di navicellajo, di barocciajo, o di falegname per costruire navicelli, carri, casse, e caratelli.

 

Anche il borgo di Monticelli, che è il primo ad essere attraversato dalla strada Regia pisana, conta diverse manifatture, fra le quali una fabbrica di cristalli dei fratelli Bornioli, una di majoliche de'Cantagalli situata presso la porta San Frediano, mentre più lungi di là e segregata dall'abitato, in luogo denominato il Pignoncino, dai Baccicalupi fu già da qualche anno eretta una fabbrica di colla forte con il comune incomodissimo metodo delle caldaie scoperte, e quindi affatto diversa da quella a vapore del chimico Manieri stata descritta e meritamente lodata all’Articolo GALLUZZO Comunità.

 

Il distretto della comunità di Legnaja nei tempi scorsi contava numerosi conventi di varia origine e di vario sesso.

 

Non dirò di quello di S. Donato a Scopeto sul poggio di Colombaia, disfatto per ordine del Comune di Firenze nel 1528 perchè già rammentato all'Articolo GALLUZZO.

 

Accennerò bensi che nel territorio attuale di Legnaja esisteva anche il convento dei Girolamini di S. Maria alle Campora, siccome dentro i confini medesimi esiste tuttora il monastero di Monte Oliveto, già del Castagno, abitato da pochi religiosi di quella languente Congregazione.

 

Vi è altresì nel borgo omonimo il Conservatorio di S. Pietro a Monticelli, già della badia di S. Antimo in Val d’Orcia, stato ceduto alle recluse di S. Barnaba a Torri, cui si unirono al cadere del secolo XVIII le religiose del disfatto monastero di S. Frediano di Firenze.

 

Contavasi nel distretto di Legnaja, il convento dei Minimi di S. Francesco di Paola fondato alle falde della collina di Bellosguardo sulla fine del secolo XVI, soppresso due secoli dopo, e attualmente ridotto ad uso di cancelleria comunitativa, conservandosi però ad uso pubblico la chiesa ivi annessa.

 

Non meno di tre spedali fabbricati sulla strada maestra pisana erano in questa comunità, quello di S. Giuliano eretto nel 1331 a piè del poggio del boschetto Strozzi sotto Monte Oliveto; l'ospedale di S. Biagio, che serviva per i pellegrini nel borgo di Monticelli, e il terzo detto dei Capponi a Legnaja, perchè fondato dalla nobile famiglia di tal cognome.

 

Non vi è bisogno aggiungere, che ogni villa signorile di questi contorni porta seco una commemorazione storica, sia per la persona che la fondò, sia per l'architetto che la costruì, sia per gli ospiti che vi furono accolti, sia per i fatti che in alcune di esse avvennero.

 

Una sola di queste situata a contatto della magnifica villa eretta da Michelozzo Michelozzi, accolse in più fiate il divino Galileo; e lode all'attuale possessore della medesima, Cavaliere Alberigo Albizzi che ha voluto perpetuarne meglio la memoria con un bene scolpito busto marmoreo dell'astronomo fìorentino sopra una eloquentissima iscrizione.

 

A tenore del regolamento del 23 maggio 1774, relativo all'organizzazione economica delle comunità del contado fiorentino, i popoli, che dall'anno 1800 in poi costituiscono l'odierna comunità di Legnaja, facevano parte di quella del Galluzzo, dal cui potestà essi dipendono tuttora per le cause civili.

 

In Monticelli, uno dei borghi già rammentati, ebbe i natali da poveri genitori il rinomato pittore Agnolo Allori, chiamato il Bronzino.

 

La Comunità di Legnaja mantiene un maestro di scuola, mentre le monache del Conservatorio di Monticelli provvedono all'educazione di molte fanciulle.

 

Nell'antico convento di S. Francesco di Paola, situato nel territorio di questa Comunità trovasi la cancelleria comunitativa non solo di Legnaja, ma delle comunità limitrofe di Casellina e Torri, della Lastra a Signa, del Galluzzo, del Bagno a Ripoli e di Rovezzano.

 

L’ingegnere di Circondario è quello del Galluzzo, residente però in Firenze, dove trovasi l’ufizio di esazione del Registro, la conservazione delle Ipoteche e la Ruota.

 

Breve storia di Legnaia

 

Legnaia è oggi un rione della città di Firenze, nel quartiere 4, posto tra il centro della città e Scandicci, lungo la Via Pisana; é compreso tra i rioni dell'Isolotto a Nord (da cui è   separato dall' asse viario del Viale Francesco Talenti),

 

Monticelli ad Est, Soffiano a Sud e San Quirico ad Ovest. Fu sede di un comune autonomo dal 1808, quando fu staccato dal comune di Galluzzo per decisione del governo francese della Toscana; il suo territorio si estendeva per circa 43 km², confinava con i comuni di Firenze, Galluzzo, San Casciano in Val di Pesa, Casellina e Torri, Brozzi e Pellegrino e comprendeva, oltre al capoluogo, le località di Bellosguardo, San Bartolo a Cintoia, Santa Maria a Cintoia, Marignolle, Monticelli, Mosciano, Signano, Soffiano, Scandicci ed i sobborghi fiorentini del Pignone e di Verzaia.

 

Nel 1840 il comune contava 9424 abitanti; il suo stemma raffigurava un albero (simbolo derivato dal nome del capoluogo) con sotto un galletto (ricordo della passata appartenenza al comune di Galluzzo) e sovrastato dal giglio, simbolo della Repubblica di Firenze.

 

Il territorio di Legnaia era noto per la coltivazione dei rinomati cavoli e la località del Pignone vide, nel 1840, dell'omonima industria meccanica (oggi Nuovo Pignone), nella quale (1853) venne costruito e sperimentato il primo motore a scoppio di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci e che tanta parte doveva avere nella storia economica e sociale fiorentina negli anni a venire.

 

Nel 1865 il comune di Legnaia venne soppresso col R.D. 2412 26/7/1865, che prevedeva l'espansione del territorio comunale fiorentino (fino ad allora compreso nella cerchia delle mura) per mezzo della soppressione di alcuni comuni (oltre a Legnaia scomparvero quelli di Pellegrino e Rovezzano) e la riduzione territoriale di altri (Bagno a Ripoli, Galluzzo e Fiesole). Al momento della soppressione, il comune contava circa 11300 residenti.

 

Il territorio di Legnaia fu pertanto diviso tra il comune di Firenze, che si annetté il capoluogo comunale, i sobborghi del Pignone e Verzaia, Bellosguardo e Monticelli mentre il resto fu annesso dal comune di Casellina e Torri, che in seguito avrebbe posto la propria sede comunale nella sua nuova frazione di Scandicci e dalla quale assunse la denominazione nel 1928.

 

Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Legnaia

 

La Cooperativa di Legnaia

 

Erano gli albori del secolo '900 quando un frate cappuccino, Padre Pancrazio, figlio di contadini degli orti intorno a Firenze, riuniva gli agricoltori all'ombra dei loro bindoli, strappandoli dal loro indefesso lavoro per parlare loro della Cooperazione, della necessità di unirsi per rendere più vantaggioso, oltreché più umano, il faticoso lavoro dei campi Un gruppo di coraggiosi delle famiglie dei Bechi, Pinzani, Palchetti, Salvatori, Turchini, Salani, Massetti, Bensi, Calandri, Chiari, Mecocci, Parrini, Santoni, Basagli, Bellini, Viti, Dell'Aitante, fece proprie quelle idee e nel 1903 fondò il primo nucleo di quella che è diventata la Cooperativa Agricola di Legnaia. Tanti, in breve tempo li seguirono, fino a far divenire la Cooperativa il principale punto di riferimento dei produttori del contado fiorentino.

 

Oltre cento anni sono trascorsi: in questo periodo di grandi avvenimenti e trasformazioni sono nate e morte ideologie, sono crollati regimi ed imperi ma l'idea di Cooperazione è ancora viva più che mai. Oggi la Cooperativa Agricola di Legnaia è una realtà affermata con oltre 600 Soci, in gran parte dell'area fiorentina ma anche di altre zone della Toscana e dell'Italia che coltivano oltre 50.000 ha di terreno, un centro di produzione ortoflorovivaistico, un'attività importante nel settore ortofrutticolo all'interno del mercato di Novoli , 8 punti vendita e 4 società controllate, la Legnaia Vivai, la Legnaia Ortofrutta, la legnaia Pistoiese e la Legnaia Progetto Novoli. Una Cooperativa continuamente in crescita nel settore dell'assistenza tecnica ai soci e nella commercializzazione dei loro prodotti, della vendita dei prodotti per l'agricoltura, il giardinaggio e "la vita in campagna".

 

L'ortofrutta è la più antica tradizione della nostra cooperativa: i primi Soci erano ortofrutticoltori di Legnaia alla periferia di Firenze.

 

I primi soci erano proprio orticoltori di Legnaia, quartiere alla periferia di Firenze, considerato il territorio degli  Orti di Firenze. Ancora oggi, tra i soci, gli imprenditori dedicati all’ortofrutticoltura sono i più numerosi.

 

Negli ultimi anni si sono associate, insieme a quelle dell’area fiorentina, aziende delle diverse province toscane e delle aree più  vocate della ortofrutticoltura italiana. Così da realizzare una vera filiera semplificata con la garanzia dei migliori prodotti direttamente della produzione toscana e italiana.

 

L’attività si incentra sulla vendita diretta, da sempre svolta  nei locali storici della Cooperativa e oggi anche della società controllata “Legnaia Ortofrutta srl”, e sulla vendita all’ingrosso svolta negli stand del Mercato Ortofrutticolo di Novoli “Mercafir” .

 

Tratto da: http://www.legnaia.it/

Bandiere e stemmi della Toscana dall’avvento dei Medici in poi