Realtà conservate tra boschi e colline

Pieve di Santa Maria (Villa a Sesta)
Pieve di Santa Maria (Villa a Sesta)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VILLA A SESTA - Castelnuovo Berardenga (Siena)

 

Nel cuore del Chianti Superiore seguendo la strada provinciale fra San Gusmè , la Pieve di San Felice in Pincis e il Castello di Brolio , in un mondo incantato dove convivono armoniosamente arte, storia e natura, ci si imbatte in un borgo, di antiche origini etrusche, dalle mille suggestioni: Villa a Sesta.

 

Antico e pittoresco centro abitato, ad economia prevalentemente agricola, situato lungo la strada provinciale 484 per Brolio, a 417 metri di altitudine.  Villa a Sesta è una villa con sovrastante castellare (Sestaccia). Fino alla metà del secolo IX era posseduta dai conti della Berardenga, mentre nell’anno 1882 il suo reddito fu assegnato alla badia di San Salvatore di Campi, ossia della Berardenga. All’inizio del XIV secolo vi risiedeva un giudice minore, che un secolo dopo fu riunito al rettore di San Gusmè.  Villa a Sesta, nel 1795, dette i natali a Francesco Valenti Serini (1795 - 1872) il quale studiò medicina a Siena, dove intraprese le prime ricerche di botanica, realizzando in quegli anni un erbario costituito da muschi e licheni che donò all’Accademia dei Fisiocritici.

 

Il Valenti, insieme alle pubblicazioni realizzò una collezione di circa 2000 pezzi in terracotta raffiguranti i funghi nelle loro diverse fasi di crescita. La collezione fu donata dal medico al Comune di Siena che la destinò all’Accademia dei Fisiocritici nel 1928.

 

Chiesa di Santa Maria

 

Una chiesa di Santa Maria a Villa a Sesta è ricordata fin dall’VIII secolo come suffraganea della pieve di San Felice. L’edificio attuale tuttavia è il risultato di una completa riedificazione e di successive trasformazioni risalenti al secolo XIX. Un primo intervento fu eseguito nell’anno 1818, come si rileva dalla visita pastorale di Mons. Maggi, Vescovo di Arezzo. Altri importanti interventi furono eseguiti nel 1874 e nel 1883: il primo interessò la ricostruzione del campanile; il secondo interessò il prolungamento della navata dalla parte dell’abside e la costruzione di cappelle laterali. Ulteriori lavori all’edificio sono stati eseguiti durante la prima metà del secolo scorso: nel1925 - 26 sono stati realizzati i vani laterali ad uso di battistero e di sacrestia; nel 1929 sono stati demoliti gli altari laterali ottocenteschi e sostituiti con altri in muratura, nel 1930 è stato rifatto il pavimento ed infine nel 1945 sono state aperte due finestre laterali nell’abside.

 

L’edificio presenta i tipici caratteri ottocenteschi,con la facciata che oltrepassa il tetto ponendosi come una quinta architettonica, scompartita da lesene terminanti con trabeazione e sovrastante timpano triangolare; due nicchie laterali contengono le statue di Santa Caterina e San Bernardino. L’interno è ad aula coperto da tre volte a vela sostenute da archi che si impostano su pilastri a fascio addossati alle pareti laterali. Sugli altari laterali, contenuti entro le relative cappelle, sono la statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino, attribuita a Jacopo della Quercia, ed il quadro raffigurante Santa Caterina, del XVIII secolo.

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