Realtà conservate tra boschi e colline

Chiesa di Cincelli
Chiesa di Cincelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cincelli – Sulla Strada dei Sette Ponti

 

Un percorso millenario in un territorio antichissimo.


Centro principale di queste terre è Arezzo (Arretium). La città, dopo essere stata una delle più importanti lucumonie della Confederazione Etrusca, nel IV e il III a.C. passò sotto l’influenza romana e con lei, nel secolo successivo, tutto il suo territorio.

 

Per centralità geografica e rilevanza economica, Arretium divenne nodo viario di primaria importanza, con i percorsi romani che, in buona parte, si andarono a sovrapporre a quelli etruschi che già conducevano verso l’Adriatico, il Tirreno e verso le altre città etrusche, tra le quali Fiesole.

 

Fra tutte le strade dell’aretino quella che a noi interessa, perché su questa s’innesta Cincelli e il suo passato, è la Cassia Vetus. Aperta nel 180 a.C., probabilmente sul tracciato etrusco per Fiesole, la strada consentiva un agile collegamento tra Arretium e Florentia, percorrendo il Valdarno Superiore lungo le pendici del massiccio del Pratomagno.

 

Come accadeva per tutte le strade romane, anche questo percorso vide nascere numerose stazioni di posta, osterie, piccoli villaggi e luoghi sacri che, sovente, si andarono a sovrapporre a preesistenze etrusche.

 

Cincelli e le sue fabbriche di vasi corallini

 

Il toponimo Cincelli, di chiara origine romana, deriva da centum cellae. Se comunemente l’espressione rimanda agli acquartieramenti militari, in questo caso è da riferirsi alle fornaci (celle) delle fabbriche di ceramica qui situate in epoca etrusco-romana.

 

Publio Cornelio e Caio Cispio sono i nomi di due vasai aretini titolari di fabbriche che sorgevano proprio nel territorio dell’odierna Cincelli. Nei loro stabilimenti producevano, in grande copia, quegli oggetti di ceramica che tanta fortuna ebbero all’epoca e tanta fama ancora oggi conservano.

 

Le attività sono testimoniate da alcuni ritrovamenti, avvenuti già nel ‘700, di murature antichissime. Si tratta di fornaci, in piccoli mattoni, attorno alle quali furono rinvenuti una gran quantità di scarti di lavorazione della ceramica, utensili, stampi e alcune vasche utilizzate per la decantazione delle argille.

 

Che la qualità della produzione vascolare aretina fosse eccelsa lo testimoniano persino Orazio, Marziale e Plinio; nei loro scritti, lodano gli arretina vasa e paragonano Arezzo alla celebre Samo, famosa nell’antichità per tale arte.

 

BIZZELLI ANTONIO (Arezzo, 12 aprile 1883 - 27 luglio 1969). Ecclesiastico. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1910. Appassionato di architettura, consigliò numerosi sacerdoti nei restauri delle loro chiese; alla chiesa di Cincelli, dove fu parroco dal 1910, fece fare sostanziali restauri “ideati e diretti personalmente” e per quella di Montelungo, dove fu trasferito nel 1931, “disegnò di sua mano la facciata ed il campanile, armonizzando elementi romanici e gotici, ne alzò e allungò la navata esistente trasformandone analogamente lo stile” (C. Girolami in Bigi)

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