La legna e l'ambiente

" Il legno è uno dei materiali più preziosi offerti dalla natura. Fin dall'antichità più preistorica è stato utilizzato dall'uomo non solo per riscaldarsi, ma anche per la costruzione di oggetti e utensili vari"


La legna è l'unica fonte di energia presente in natura realmente rinnovabile e se bruciata correttamente emette la stessa quantità di anidride carbonica assorbita dalla pianta per vivere e crescere, inserendosi perfettamente nel ciclo della natura. La combustione della legna è in perfetto equilibrio con l'ambiente. Infatti quando si brucia la legna, viene emessa nell'ambiente anidride carbonica, la quale viene assorbita da altre piante attraverso le foglie, mediante il processo di fotosintesi clorofilliana per produrre altre sostanze nutritive per la pianta e ossigeno per l'ambiente.


Carbone, gasolio, gas, i combustibili fossili comunemente utilizzati non sono rinnovabili e inquinano l'ambiente. Infatti bruciando liberano nell'atmosfera enormi quantità di anidride carbonica accumulata in milioni di anni, aumentando l'effetto serra.


Occorre tener presente che la legge del 15/01/1994, n. 65 che ratifica la convenzione dell'ONU sui cambiamenti climatici e gli accordi di Kyoto del 1997, impongono severe misure sulla riduzione delle emissioni dei gas serra quali l'anidride carbonica. In quest'ottica le fonti di energia rinnovabili come la legna e le biomasse legnose possono contribuire positivamente al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Si ha quindi una rivalutazione della risorsa legno in conseguenza del degrado ambientale a cui stiamo andando incontro.

La legna presenta diversi vantaggi quale fonte di energia alternativa perché:

  • E' eco-compatibile
  • E' economica
  • E' una fonte di energia rinnovabile.
  • E' disponibile localmente

 

La legna per riscaldarsi


La legna è formata essenzialmente da cellulosa e lignite. Contiene anche altre sostanze come resine, di cui abeti e pini sono ricchi, e molta acqua.


Il legno da bruciare  nei camini, nelle stufe dove essere ben stagionato. Oltre a questo, la  possibilità di scelta sarà condizionata dalla reperibilità della legna e dal prezzo.


Non tutte le specie di legno sono reperibili ovunque. Il tipo di legno che sarà possibile bruciare  dipenderà in larga misura dalle specie che crescono in zona: gli alti costi di trasporto impediscono alla legna di essere consegnata a grandi distanze.


Legno dolce o legno duro


Tutto il legno si può suddividere in due categorie, "duro" o "dolce", a seconda della provenienza. Il legno duro proviene dalle latifoglie, usualmente alberi decidui (quegli alberi o arbusti che nella stagione sfavorevole - nel nostro Emisfero quasi sempre l'inverno - perdono le foglie per fenomeni di abscissione. In climi diversi dai nostri le piante decidue perdono le foglie nella stagione secca), ad esempio rovere, faggio, noce. Il legno dolce proviene dalle conifere, coniferofite (sono alberi per lo più a fusto alto, diritto e molto ramificato. Le foglie sono sottili, aghiformi o squamiformi, molto numerose, adatte a resistere a condizioni climatiche avverse; per la maggior parte le specie sono sempreverdi), gruppo di piante che comprende specie come abeti, pini, araucarie, sequoie, cipressi, ginepri, larici ecc.


La legna dolce si accende facilmente, si consuma in fretta e sviluppa una fiamma lunga e la si usa nei forni che richiedono un lungo giro di fiamma. La legna dura o forte  invece è più compatta, la combustione è più lenta con fiamme corte, dura di più ed è più adatta al riscaldamento domestico.


Relativamente al peso, tutti i legni hanno più o meno lo stesso potere calorifico, ma poiché il legno duro è più denso, produce maggior calore in rapporto al volume.


I legni duri sono generalmente più densi e meno resinosi dei legni dolci; perciò bruciano più lentamente, producendo un calore più durevole. I legni dolci bruciano più rapidamente producendo un calore più forte, rendendoli ottimi per avviare il fuoco; usarli però, come combustibile principale significa dover ricaricare la stufa più spesso. I legni dolci producono anche maggiore creosoto, il che significa dover pulire più spesso il camino. Per ottenere un fuoco caldo e durevole la miglior cosa è mescolare un 20 per cento di legno dolce con un 80 per cento di legno duro.


Capacità di combustione a parte, i tipi di legno, all’interno delle due categorie, hanno delle specifiche caratteristiche che meritano di essere considerate. Per esempio, legni a fibra lunga e liscia, come il faggio ed il rovere rosso, sono più facili da spaccare di legni con fibre corte e contorte. Alcuni legni, compresi alcuni legni dolci, producono grandi quantità di fumo; altri contengono sacche di umidità che provocano scoppiettii durante la combustione, producendo faville e spargendo scintille. Molti alberi da frutto, come il melo, emanano una gradevole fragranza mentre bruciano.


Chi nella vostra zona ha già esperienza di combustione a legna potrà informarvi sulle qualità di combustione dei legni disponibili. Saranno probabilmente d’accordo che le scelte migliori sono: frassino, faggio, betulla, rovere, carpino,acero, tutti legni con alto potere calorifico, facilità di combustione, poco fumo prodotto, facilità di taglio.


Stagionatura della legna


Uno dei più frequenti errori che si commettono nel bruciare legna, è di bruciare legna verde, non stagionata. Più della metà del peso della legna appena tagliata è costituito dall’acqua. Ci vogliono al minimo 9 mesi per stagionare il legno, ed è meglio consentirgli di stagionare per almeno 2 anni , se possibile. Il legno stagionato perde oltre il 60 per cento della sua umidità e perciò fornirà molto più calore e sarà molto più facile accenderlo. Sarà anche molto più leggero da maneggiare.


La legna verde può contenere sino al 75% di umidità rispetto alla sua massa. Il legno è considerato secco quando contiene il 15/20% di umidità (circa 18-24 mesi di stagionatura ). La percentuale di umidità incide notevolmente sul potere calorico del legno, poiché una parte del calore sprigionato serve a far evaporare l’acqua in esso contenuta e viene disperso in canna fumaria insieme al vapore prodotto.


Si tenga presente che legna vecchia non significa di per sé legna secca: l'essiccazione della legna è funzione del tempo, ma anche della giusta collocazione e conservazione durante la stagionatura. Legna conservata molto a lungo senza protezione, od in ambienti umidi e mal ventilati, sarà più probabilmente marcia che secca.


Insomma, potendo, non si deve avere fretta nell'utilizzare la legna che ci si è procurati: più secca sarà la legna, migliore, più economica e meno laboriosa sarà la qualità del riscaldamento che se ne ricaverà. Utilizzando legna secca di un anno, si potrà dimezzare la quantità di legna necessaria al riscaldamento.

 

 

Bandiere e stemmi della Toscana dall’avvento dei Medici in poi