Il pane toscano è uno dei prodotti che maggiormente caratterizza la cultura toscana. Presente da sempre nelle ricette della tradizione Toscana ha la caratteristica unica ed inconfondibile di essere senza sale.


La tipicità del pane toscano "senza sale", risale al XII secolo, periodo in cui, durante le guerre tra Firenze e la repubblica marinara di Pisa, quest’ultima interruppe il commercio di sale con l’entroterra. Il sale divenne pertanto un prodotto costoso che i contadini e le famiglie dell’epoca non potevano permettersi, così i fiorentini  furono costretti a produrre pane senza sale, di conseguenza si diffusero ricette e piatti  particolarmente saporiti.


Col tempo il pane toscano ha mantenuto la caratteristica di essere “sciocco” (senza sale) e ne ha fatta una delle caratteristiche distintive di questo prodotto.


Ancora oggi, questo prodotto semplice e povero è utilizzato nella preparazione delle più famose e conosciute ricette della cucina toscana tradizionale come "la panzanella", "la ribollita", "la pappa al pomodoro", "l’acquacotta", "la fettunta", "le minestre di cavolo".


Questi piatti, oggi considerati anche ricercati, rappresentavano in origine piatti comuni che nascevano dall’esigenza di rispettare la tradizione religiosa che imponeva di benedire il pane e considerava un peccato il gettarlo via.


Oggi, da pietanze povere, sono divenuti piatti curati che si esaltano attraverso l’utilizzo spesso “a crudo “ (aggiunto a cottura ultimata) dell’olio extravergine d’oliva toscano e gustati con un bicchiere di Chianti d.o.c.g. .


Il pane può avere cento forme e cento nomi: filone alla ruota, crostini, focacce, schiacciata con l’olio, pan di ramerino, una gustosa pagnotta aromatizzata con uva passa e rosmarino.


In Toscana, il pane senza sale è diffuso ovunque e si può trovare nei supermercati, nei forni e nei ristoranti. Tra  le zone più rinomate per la produzione del pane vi sono Montaione e Montespertoli che non a caso sono state fregiate del titolo di Città del Pane.

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